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CORONAVIRUS: Un PERICOLOSO FARMACO utilizzato al posto dei VACCINI. L'AIFA lancia l'ALLARME


di  Redazione, 17-09-2021 ore 20:30      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


C’è ancora tanta gente che non si fida dei vaccini attualmente a disposizione in tutto il mondo e c'è anche gente che prova un farmaco davvero corrosivo per la salute dell’uomo che risulta inutile nella lotta contro il covid.

Quello di cui stiamo parlando è esattamente il batterio 'Corynebacterium Parvum' importato dal Brasile che viene utilizzato per combattere l’acne, ma secondo la medicina è un patogeno che causa reazioni molto gravi come diarree. Proprio per questo motivo, infatti, sul foglietto illustrativo di tale medicinale brasiliano si legge che si tratta di un “coadiuvante nel trattamento di infezioni dermatologiche di origine virale, batterica, fungina e protozoaria, coadiuvante in infezioni sistemiche e locali. Ha un effetto regressivo sulle neoplasie solide. Aiuto nel trattamento dell’erisipela causata da Streptococcus pyogenes. Coadiuvante nel trattamento dell’acne".

E’ opportuno premettere che in Italia lo scorso maggio l’unico medico italiano che lo ha sponsorizzato è stato il modenese Beniamino Palmieri che, durante una nota trasmissione televisiva, ha affermato: "Togliamoci le mascherine, non ho motivo di fare il vaccino dopo essermi iniettato il farmaco”. Lui stesso puntava a somministrare questo batterio a circa 10 mila volontari per avere una “base statistica di uno studio retrospettivo semplice per dialogare con le autorità sanitarie ministeriali”. Fortunatamente, però, questa sua richiesta non è stata accolta, anzi l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) è subito corsa ai ripari emettendo un comunicato di allarme sul proprio sito in cui c'è scritto che "l'utilizzo del medicinale nella profilassi del Sars-CoV-2 non è sostenuto dalle benché minime evidenze di efficacia e sicurezza ed è un potenziale pericolo per la salute delle persone”, tanto è vero che la Commissione non aveva ritenuto possibile autorizzarne l’uso nemmeno nell'ambito di una sperimentazione clinica




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