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Le ultime elaborazioni modellistiche stanno iniziando a delineare un quadro meteorologico piuttosto anomalo per il mese di marzo. Dopo un febbraio che sta mostrando segnali di estrema dinamicità, l’attenzione si sposta ora sulle possibili evoluzioni per la primavera meteorologica, che potrebbe aprirsi con un forte richiamo di aria calda dall’entroterra africano. Un ribaltone che, se confermato, potrebbe portare temperature ben oltre la media stagionale, con la concreta possibilità di valori tipici di aprile o addirittura maggio in molte regioni italiane.
Ma cosa sta succedendo a livello atmosferico? Il motivo di questa tendenza va ricercato in un possibile cambio di configurazione barica a livello emisferico, con un vortice polare che, dopo essersi frammentato e aver favorito discese fredde verso l’Europa centrale e orientale, potrebbe favorire un’azione più incisiva dell’anticiclone africano. L’alta pressione sub-tropicale, spesso protagonista della stagione estiva, potrebbe tornare in auge con largo anticipo, spingendo masse d’aria molto calde verso il Mediterraneo. Questo scenario, ipotizzato da alcune proiezioni sperimentali a lungo termine, vedrebbe il consolidarsi di una struttura di blocco con l’anticiclone delle Azzorre defilato verso ovest e una risalita calda direttamente dall’entroterra algerino e tunisino.
Se tutto questo venisse confermato, ci troveremmo davanti a un’anomalia termica molto marcata, con temperature che potrebbero superare abbondantemente i 20 gradi in diverse città, specialmente al Centro-Sud e sulle due isole maggiori. Il rischio è quello di assistere a una fase calda precoce, capace di portare le prime massime da piena primavera su molte zone d’Italia. Non si tratterebbe, ovviamente, di un caldo da piena estate, ma di un anticipo di stagione piuttosto pronunciato, con escursioni termiche significative tra il giorno e la notte.
Le regioni più esposte a questa risalita calda sarebbero quelle del Sud, la Sardegna e la Sicilia, ma l’onda di calore potrebbe estendersi fino al Centro e, in alcuni casi, persino al Nord. Gli effetti di una simile dinamica sarebbero evidenti non solo sulle temperature, ma anche sulle condizioni atmosferiche generali. Un’alta pressione persistente porterebbe infatti stabilità diffusa, con cieli sereni e assenza di precipitazioni significative per un periodo prolungato. Questo potrebbe tradursi in un marcato deficit idrico, considerando che marzo è tradizionalmente un mese di transizione con episodi piovosi importanti.
Va sottolineato, però, che non tutti i modelli concordano su questa tendenza. Alcune proiezioni vedono ancora la possibilità di un ritorno di scenari più invernali, con discese fredde tardive e colpi di coda dell’inverno anche a marzo. Dunque, la previsione non è ancora del tutto definita e sarà fondamentale seguire l’evoluzione giorno dopo giorno per capire quale scenario prevarrà.
Se il caldo africano dovesse realmente prendere il sopravvento, il rischio sarebbe quello di una primavera anticipata con effetti importanti su diversi settori. L’agricoltura, ad esempio, potrebbe risentire di una crescita vegetativa accelerata, con il pericolo di improvvise gelate tardive nel caso in cui il freddo dovesse tornare in seguito. Inoltre, il forte anticipo delle temperature primaverili potrebbe influenzare negativamente le riserve idriche in vista della stagione estiva, aumentando la possibilità di siccità in alcune aree già vulnerabili.
Per il momento, il rischio di un’ondata di caldo africano a marzo rimane una possibilità concreta, ma non ancora una certezza. I modelli numerici stanno ancora elaborando i dettagli di questa evoluzione e sarà necessario attendere ulteriori aggiornamenti per capire con maggiore precisione quali saranno gli effetti reali su Italia ed Europa. Resta il fatto che, dopo un inverno caratterizzato da estremi meteorologici, anche la primavera potrebbe non essere da meno, regalandoci nuovi colpi di scena e un meteo tutt’altro che scontato.
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di Redazione | del 21-02-2025 ore 17:00 |
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