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Il ruolo dello stratwarming e gli effetti sul meteo di marzo
Le dinamiche meteorologiche di marzo 2025 sembrano destinate a essere fortemente condizionate da uno stratwarming, ovvero un intenso riscaldamento stratosferico che si è sviluppato nei primi giorni del mese e che ora potrebbe cominciare a dare effetti concreti in troposfera. Questo fenomeno, capace di alterare profondamente la circolazione atmosferica a scala emisferica, potrebbe portare a un drastico cambiamento delle condizioni meteo sull’Europa e sull’Italia a partire dal 13-14 marzo.
Possibile ondata di freddo e neve: chi sarà colpito?
Gli ultimi aggiornamenti modellistici suggeriscono che, dopo una prima parte di marzo caratterizzata da temperature più miti e da un’atmosfera piuttosto turbolenta, la seconda metà del mese potrebbe essere dominata da una forte irruzione di aria fredda artica o addirittura continentale, con effetti significativi su molte regioni italiane. Se questa tendenza verrà confermata, potremmo assistere a un ritorno del gelo e della neve anche a quote molto basse, persino in pianura.
Le aree che potrebbero risentire maggiormente di questa evoluzione sarebbero:
• Regioni settentrionali, in particolare la Pianura Padana, che potrebbe sperimentare un ritorno di condizioni invernali con temperature in forte calo e nevicate fino a quote molto basse.
• Versante adriatico, dalle Marche alla Puglia, passando per Abruzzo e Molise, con la possibilità di neve fino in collina o persino in pianura in caso di una configurazione barica favorevole.
• Centro-Sud, dove il freddo potrebbe arrivare in un secondo momento, portando un brusco cambiamento delle condizioni climatiche e nevicate sui rilievi appenninici.
Perché lo stratwarming può stravolgere il meteo?
Lo stratwarming avviene quando si verifica un forte e rapido riscaldamento della stratosfera sopra il Polo Nord, causando uno sconvolgimento del vortice polare, che può suddividersi in più lobi o spostarsi verso latitudini più basse. In questo caso, la massa d’aria gelida solitamente confinata alle alte latitudini potrebbe scivolare più a sud, impattando anche sull’Europa e sull’Italia.
Gli effetti non sono immediati: lo stratwarming inizia a trasferire il suo impatto alla troposfera dopo circa 10-15 giorni. Ecco perché il periodo intorno al 13-14 marzo risulta essere il più critico per un possibile cambio radicale del meteo.
Quali sono i possibili scenari per l’Italia?
L’evoluzione atmosferica sarà determinata dalla posizione esatta delle alte e delle basse pressioni. Attualmente, ci sono due ipotesi principali:
1. Afflusso diretto di aria gelida dall’Europa orientale, con un’ondata di freddo severa che potrebbe portare neve in pianura al Centro-Nord e sulle regioni adriatiche.
2. Interazione tra il freddo continentale e le perturbazioni atlantiche, scenario che favorirebbe nevicate diffuse al Nord e abbondanti precipitazioni al Centro-Sud, con neve abbondante in Appennino.
Quanto durerà il possibile evento gelido?
Se questa configurazione dovesse prendere forma, il freddo e la neve potrebbero accompagnarci almeno fino alla terza decade di marzo, con possibili effetti anche nei primi giorni di aprile. Tuttavia, le previsioni a lungo termine restano ancora da confermare, ed è necessario monitorare con attenzione gli aggiornamenti per capire la reale entità del raffreddamento.
Conclusioni: marzo sarà un mese anomalo?
Tutto dipenderà dall’effettiva propagazione dello stratwarming in troposfera. Se le dinamiche in gioco dovessero confermare un impatto deciso, l’Italia potrebbe trovarsi di fronte a una fase meteo decisamente fredda per il periodo, con episodi nevosi anche tardivi. Le prossime emissioni modellistiche saranno cruciali per capire se e quando il gelo e la neve potranno tornare protagonisti della scena meteorologica italiana.
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