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Meteo: rischio serio di ondate gelide dopo metà marzo. Ecco perché


di  Redazione, 07-03-2025 ore 17:00      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


La stagione invernale sembra voler lasciare un’impronta tardiva, e il mese di marzo potrebbe riservare ancora sorprese gelide inaspettate. Dopo un avvio piuttosto dinamico e caratterizzato da sbalzi termici importanti, le ultime proiezioni modellistiche indicano una possibilità crescente di un’ondata di freddo a partire dalla metà del mese.

L’ipotesi di un colpo di coda dell’inverno si fa sempre più concreta, con il rischio che l’Italia venga colpita da un’irruzione gelida tardiva capace di riportare neve fino a quote basse. Questo scenario, ancora in fase di analisi, potrebbe essere la conseguenza di uno stratwarming che ha già iniziato a manifestarsi nella stratosfera e che potrebbe condizionare il meteo nelle prossime settimane.

Perché il rischio di ondate gelide è in aumento?

L’elemento chiave da monitorare è lo stratwarming, un fenomeno che si verifica quando la stratosfera subisce un riscaldamento improvviso, con effetti che si propagano poi nella troposfera. Questo fenomeno può alterare la stabilità del vortice polare, causando discese d’aria gelida verso latitudini più meridionali, come l’Europa e, potenzialmente, l’Italia.

Negli ultimi giorni, i modelli numerici hanno iniziato a captare segnali evidenti di una possibile evoluzione verso uno scenario più invernale dopo il 12-15 marzo. Se confermato, questo potrebbe portare temperature molto basse, in forte contrasto con il clima più mite che ha caratterizzato la prima parte del mese.

Le conseguenze di uno stratwarming possono essere imprevedibili, ma spesso le irruzioni di aria gelida che ne derivano si traducono in condizioni meteo instabili, con precipitazioni che possono assumere carattere nevoso anche a quote insolite per la stagione.

Quali regioni potrebbero essere coinvolte?

Se l’affondo freddo dovesse concretizzarsi, le regioni più esposte sarebbero quelle del centro-sud e del medio Adriatico. Il flusso gelido potrebbe impattare in particolare:
    •    Nord Italia: le Alpi e l’Appennino settentrionale potrebbero ricevere nuove nevicate, con temperature in forte calo anche in pianura.
    •    Centro Italia: le zone interne di Toscana, Umbria, Marche e Abruzzo potrebbero essere interessate da precipitazioni nevose, soprattutto nei rilievi.
    •    Sud Italia: le regioni come Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria potrebbero vedere un calo termico significativo, con possibili nevicate a quote medio-basse.

Il rischio maggiore riguarda le regioni adriatiche, storicamente più esposte a ondate di freddo tardive provenienti dall’Europa orientale e dai Balcani.

Un marzo gelido è raro ma non impossibile

La storia climatologica dimostra che marzo, pur essendo un mese di transizione, può ancora riservare episodi di freddo intenso. Esempi emblematici sono marzo 1987 e marzo 2018, quando ondate gelide colpirono l’Italia portando neve anche in pianura.

Nel marzo 2018, ad esempio, l’Italia fu attraversata da un’intensa ondata di gelo tardiva, con temperature abbondantemente sotto la media e nevicate fino a bassa quota. Un evento simile potrebbe ripetersi anche quest’anno, se gli elementi in gioco si incastrassero nel modo giusto.

I segnali da monitorare nei prossimi giorni

Per capire se il rischio di ondate gelide dopo metà marzo diventerà una certezza, bisognerà osservare con attenzione alcuni fattori chiave:
    •    L’evoluzione dello stratwarming: se il riscaldamento stratosferico porterà a una rottura del vortice polare, aumenterà il rischio di un’irruzione fredda.
    •    La traiettoria delle masse d’aria gelida: se il flusso freddo si orienterà verso l’Europa meridionale, allora l’Italia potrebbe essere coinvolta direttamente.
    •    La presenza di perturbazioni: se l’aria fredda interagirà con perturbazioni atlantiche, allora il rischio di nevicate tardive aumenterà sensibilmente.

Quanto durerà il rischio di gelo?

Le ipotesi attuali suggeriscono che l’eventuale irruzione fredda potrebbe avere un impatto tra il 12 e il 20 marzo, ma il proseguo del mese resta ancora incerto. Se l’affondo gelido sarà particolarmente intenso, potrebbero verificarsi nuove ondate fredde a più riprese, con un ritorno alla normalità solo nella fase finale del mese.

Va inoltre considerata l’incognita della primavera, che in alcuni casi può ribaltare le dinamiche meteorologiche in tempi rapidi, con un repentino aumento delle temperature. Tuttavia, se lo stratwarming continuerà a influenzare il pattern atmosferico, il rischio di freddo persistente potrebbe prolungarsi fino all’equinozio e oltre.

Conclusione: marzo potrebbe sorprenderci

Le prossime settimane saranno decisive per capire se il rischio di un’ondata gelida tardiva diventerà realtà. Gli aggiornamenti modellistici continuano a proporre scenari dinamici e non ancora definiti, con la possibilità concreta di un ultimo colpo di coda invernale.

Per ora, il gelo non è escluso e l’Italia potrebbe essere ancora una volta travolta da una fase climatica anomala. Sarà importante seguire con attenzione i prossimi aggiornamenti per comprendere quale direzione prenderà l’evoluzione meteorologica di questo marzo imprevedibile.




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